Riassunto del libro di Vittorio Coletti che ripercorre la storia dell'opera in Italia con particolare attenzione al melodramma italiano, dalle sue origini alla fine del 500 fino al suo tramonto con Puccini. Vi si illustrano le caratteristiche principali, i diversi sottogeneri (come l'opera seria e l'opera buffa) gli elementi che lo costituiscono, (come il libretto, la musica, il teatro) e i suoi protagonisti: il compositore, il librettista, il cantante.
Da Monteverdi a Puccini
di Anna Bosetti
Riassunto del libro di Vittorio Coletti che ripercorre la storia dell'opera in Italia
con particolare attenzione al melodramma italiano, dalle sue origini alla fine del
500 fino al suo tramonto con Puccini. Vi si illustrano le caratteristiche principali,
i diversi sottogeneri (come l'opera seria e l'opera buffa) gli elementi che lo
costituiscono, (come il libretto, la musica, il teatro) e i suoi protagonisti: il
compositore, il librettista, il cantante.
Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
Facoltà: Scienze dell'Educazione
Corso: Scienze dell'Educazione
Esame: Musica
Docente: Tarabotti Chiara Ines
Titolo del libro: Da Monteverdi a Puccini
Autore del libro: Coletti Vittorio
Editore: Einaudi
Anno pubblicazione: 20031. Caratteri generali dell’opera lirica
L’opera lirica è un teatro nel quale i personaggi, invece di parlare, cantano tra di loro, e cantano anche
quando riflettono per conto proprio.
I gesti degli attori colpiscono per la loro diversità da quelli teatrali consueti. Sono spesso approssimati per
eccesso odi agitazione o di lentezza.
L’opera, almeno quando è tragica (come tutto il melodramma romantico) o seria (nel Settecento), assomiglia
alla favola, per la tolleranza degli eccessi e persino per la capacità di neutralizzare la tristezza e il dolore
conclusivi, a lungo risollevati nel lieto fine o comunque, quando questo non è stato più possibile, leniti dalla
musica. Solo quando è comica o buffa, l’opera si avvicina davvero al teatro recitato, alla commedia, di cui
riprende l’istanza di realismo, i giochi verbali, i soggetti, i personaggi.
La differenza tra teatro recitato e teatro cantato e musicato si vede bene nella differenza tra dialogo come
«duello verbale», proprio dei teatro di parola, e duetto «come conflitto di affetti», proprio del teatro lirico.
Anna Bosetti Sezione Appunti
Da Monteverdi a Puccini 2. La lirica: un genere che si autogiustifica
Le componenti essenziali dell’opera sono sostanzialmente musica e linguaggio verbale, a cui possono essere
riferite quasi tutte le altre polarità, libretto e partitura, poeta (letterato, autore del testo in versi) e
compositore (autore delle musiche), intreccio drammatico (teatro) ed esibizione vocale (canto).
Non di rado il prima o il fuori della scena è raccontato da un coro melodicamente molto rapido e ritmato,
musicalmente voluminoso e indecifrabile sul piano linguistico. Il racconto di eventi non rappresentati,
quindi, se si fa, punta più a svelare l’animo del personaggio che narra o a stendere il colore del dramma che
a trasmettere informazioni davvero utili. Tutto deve, possibilmente, accadere in scena, tanto che quello che
non può accadervi viene preferibilmente omesso.
L’opera sbriga così rapidamente tutto quello che accade fuori scena e si dilunga invece sul commento
emotivo.
Le scenografie accompagnano e assecondano un teatro che non esita a mettere in scena divinità ed emblemi
astratti (la musica, la speranza, l’amore), figure gigantesche del mito pagano e di quello cristiano,
personaggi del teatro di sempre, imperatori romani e guerrieri barbari. I re e le regine, i nobili e i condottieri,
gli uomini di Stato e i loro figli saranno sempre protagonisti. Lusso dei costumi e ricchezza scenografica
caratterizzano perciò l’opera italiana.
Le vicende e i personaggi che l’opera rappresenta non sono quasi mai frutto di una autonoma invenzione del
teatro lirico. I testi dell’opera sono adattamenti di soggetti già letterariamente elaborati.
L’adattamento operistico di una fonte già letterariamente formattata comporta un intervento su di essa così
invasivo, che il testo che ne risulta è davvero un’altra cosa, anche se le linee narrative e i protagonisti
restano inalterati.
L’opera italiana di fine Ottocento fa appena in tempo a mostrare che il melodramma è compatibile con un
realismo non diverso da quello dei romanzi, che deve cedere subito il posto a un genere nuovo, più idoneo a
raccogliere la prosa del quotidiano e a metterla in scena e in musica. Il melodramma tragico cede al cinema
e ancor più vi si arrende l’opera comica. L’opera italiana finisce; il cinema è il suo vero erede.
Anna Bosetti Sezione Appunti
Da Monteverdi a Puccini 3. Tragedia e favola nell'opera italiana
In effetti, l’opera italiana è teatro lirico in duplice senso, perché è cantato e perché è poetico, in versi e rime,
e del teatro in poesia ha tutte le caratteristiche.
La tragedia non è più compatibile con la cultura moderna, che ne ha rimosso le fondamenta (destino assurdo,
male irrimediabile, innocenza punita, colpa involontaria, ecc.). Tutti o quasi i tentativi di risuscitarla
nell’Ottocento sono stati segnati dal fallimento. L’opera lirica si è così incaricata, soprattutto nell’Ottocento
italiano, di tenere accesa la fiammella della tragedia, rendendola compatibile con la nuova sensibilità e
largamente accettabile presso il pubblico. Lo ha fatto addomesticando il tragico, che ha reso popolare
smussandone gli spigoli più dolorosi. Il melodramma romantico ha consentito alla tragedia di non morire e
anzi di resistere travestendola da favola, situandola in un mondo inattuale e dislocato altrove, con personaggi
straordinari. Vestita da favolala tragedia è parsa più accettabile e praticabile.
Proprio nella congiunzione di favola (meraviglioso scenico, convenzionalità linguistica, approssimazione
narrativa) e tragedia (contrasti di sentimenti assoluti, ineluttabilità del male, dolore e amore), l’opera italiana
rivela la sua originalità.
L’opera europea del Novecento ritroverà lo spazio tragico che il XX secolo ha riaperto con le sue terribili
guerre e i loro orrori.
Anna Bosetti Sezione Appunti
Da Monteverdi a Puccini